E’ un insonnia diversa, pratica. Pensieri che fibrillano negli occhi, intermittenze di idee, dubbi e certezze e “domani”.
Ma sempre insonnia.
Da almeno un mese.
Anche ad alzarsi presto la mattina.
Tengo un pò lo sguardo sul termosifone, mi alzo, scendo.
Aisha sembra un pò disturbata da questo mio movimento notturno.
Tisana.Vorrei ma non ho il coraggio di uscire a guardare le stelle.
Sto bene, ho caldo. Fuori no, fuori è gelo e umido. Gli orti e i campi emettono nebbia.
Salgo. Butto due guanti dentro al cubo di luce, faccio un pò di scatti.
Lo smonto: gli cerco l’anima di ferro che lo fa piegare su se stesso e chiudere, e come un anima ha memoria e riprenderà forma, domani, altrove. Spero così la mia.
Penso alle foto da fare e alle ore da lavorare per il minimo garantito. Ma non ho paura. Tutto andrà bene.
Penso che devo andare a trovare la nonna.
Penso che il letto stasera è più vuoto.
Nessun “re” del letto a piantare bandiera al centro ,
a possedere il mio piumone tutto dalla sua parte,
a ingabbiarmi con le braccia.
Ero sveglia anche ieri notte e se un poco invidiavo il suo sonno, mi faceva compagnia il suo respiro sul collo .
A un abbraccio da togliere il fiato dai polmoni, ho detto “ANCORA” per rimpiazzare tanti abbracci assenti. Poi ho detto “BASTA”, a meno non rivoglia tu la costola che ci creò. La forza decisamente ti appartiene, il saperla dosare, meno. Ma in fondo non mi dispiace (Se non mi frantumi è meglio). So già che son momenti. Ma non ho paura.
Riaccendo la luce e continuo il libro appena cominciato:
“Il cuore è un cacciatore solitario”-di Curson McCullers.
Attendo paziente l’omino della sabbia.