La prima volta che sentii questa canzone nel caro, vecchio Walkman dell’ 89, all’altezza di
“A for a heart
B for a brain
Insects and grass
Are all that remain”
mi si fermò il cuore.
Emetteva vibrazioni, le trasferiva, le spargeva nella mia testa, le concentrava e le sparpagliava via poi, gridando, quella voce. Le parole erano fatte di voce.
Poi ci piansi come si piange quando si incontra una cosa perfetta.
Ed è esagerato probabilmente, a molti non dirà nulla, anche se mi domando come sia possibile.
Versione Studio
(per vedere da You Tube, pigiare (pigiare è italiano, non un errore dialettico) HQ , vicino al volume, sennò si vede solo la schermata nera)
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Versione Live
(idem come sopra)
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E ad oggi, questo pezzo sulla fine del mondo mi suona le emozioni come strumenti.
Non mi interessano le voci belle, non mi hanno mai attratto, ce ne sono a milioni e non sono fondamentali per cantare. Meglio i concetti e il fascino, insieme o separatemente.
Ma voce di Roland Orzabal, personalmente è la più bella che conosca. Perchè mi arriva. Così bella, non riesco a non vedere bella nemmeno la sua faccia. Quell’album dalla copertina sgargiante, chiaramente l’avevo comprato per quella bella canzone di echi Beatlesiani che era Seeds of Love che gli dava il titolo, che sparavano in radio tutti i giorni, con un ricordo del gruppo più “elettronico” .
Complice il vecchio Walkman, dove (“dove”, perchè nel walman ci entravi, era un luogo, un pò scomodo, ma tuo) era tanto era così noioso mandarle avanti e indietro, che le canzoni finivi per ascoltarle una per una, tutte. E non ce n’è una che non mi piaccia.
E soprattutto, cosa che me li ha fatti divenire molto cari, non scrivevano canzonetta d’amore.
Curiosità:
Wikipedia Italiana li definisce New Wave
Wikipedia Inglese invece Pop-Rock