Pensieri in viaggio per Santiago

Ho fatto il mio primo acquisto Pro-viaggio.
Scarpette da trekking, leggere, estive, in goretex. Rosse.  E di un numero sopra.

Mi sento ogni giorno più convinta di farlo da sola. E contenta dell’allungarsi delle giornate, dell’accorciarsi dei giorni che conducono a Luglio.
Il biglietto è per il 31 Luglio.  il ritorno non l’ho ancora fatto.
A dire il vero quando la Lia, che inizialmente voleva venire, poi  ha declinato per motivi suoi, mi sono sentita sollevata.
E a chi mi chiede cosa, perchè, o cerca grandi intenti filosofici, su questa mia decisione , non saprei che dire. Non ne ho. Non devo andare in Spagna e fare 800 km a piedi
per ritrovarmi o “pensare” . Posso farlo comodamente sul mio divano o nell’orto tra le lucciole, o fissando un punto nel vuoto.
In realtà è un esigenza del tutto fisica, priva di ogni pretesa e di ogni poesia.
E’ il mio corpo che me l’ha chiesto, me l’ha gridato, il desiderio di camminare , andare . E io vado. Al suo seguito.
E Mario, che aveva detto che se un giorno ti alzi con questa idea nella testa, prima o poi lo fai, allora aveva ragione. Poi magari non ce la faccio e mi fermo dopo una settimana. Non mi preoccupa. Non mi preoccupa quasi niente ultimamente. Tutto andrà al suo posto. Gli affetti come tasselli. Non temo i distacchi, sono solo percorsi diversi.
E provo tenerezza per mio padre.
Da giorni mi circolano dentro come riscontro di due finestre aperte dei versi di Pessoa presi, tesi e da me storpiati sul non tenere “niente nelle mani”, così niente nè cadrà al momento di “andarsene”. Mi fa sentire ricca. Adesso. Per adesso. Essenziale.