W.E.

Oggi un s’affronta

Quindi conto di essiccarmi al sole nei prox due giorni tipo quelle zozzerie cinesi appese
alle loro finestre.
E fanculo a TUTTO.

Lo zaino

Sai lo zaino che “ho preso in prestito” a casa tua?

Sta ogni andata, ogni ritorno da lavoro, in bici, sulla mia schiena, abbracciato alle mie vertebre.
E io so di avere una cosa tua con me. Sta con me nel parco, tra il verde, la gente che si fa il fiato correndo, che gironzola con i cani, sta in una bellissima macchia di verde, in una strada bianca. Contiene poche cose, è leggero e presente. E mi fa pensare a te. E mi fa stare bene avere qualcosa che ti appartiene. Mi piace. Ha troppe cerniere per me che non le chiudo mai e perdo sempre tutto e gli manca un gancino. Mi piace.

Io sò che mi comporto con te, come quei fidanzati assenti e perennemente distratti e penso che un giorno ti stuferai, e forse avrai ragione. Poi, proprio come quei fidanzati, quelli delle canzoni di una volta, magari sembra che provo a “coglierti” di sorpresa, di tanto in tanto con due parole “ruffiane”. Però le sento.

Ti sento. Ci sei anche quando non ci sei. E mi dai sempre. Quando sei a portata di sguardo io riesco a sentire i tuoi occhi. Li sento quando si posano su di me, quando mi accarezzano e quando mi frustano. E non ho paura dei tuoi umori, dei tuoi silenzi, delle tue espressioni, delle tue paure, dei tuoi pensieri, della tua forza,delle tue opinioni. Sono familiari, tu sei familiare. Non ho paura della nostra diversità.
All’ingorgo sonoro non ho voluto tornarci quest’anno. Perchè lo scorso, sedute su un gradino, in disparte, tra la folla, il rumore, i vapori etilici(non miei, ero sobrissima)in un attimo mi è cambiata la vita, ho visto un mondo che non conoscevo nelle tue parole, mi sono sentita arrabbiata perchè disperatamente impotente. Mi sarei sparata seduta stante un colpo ad una gamba in cambio di quel tuo “nero”. E ho chiuso tutto in un baule dentro la mia anima, come faccio con le cose solo mie , quelle che non esistono parole per dirle. Ti preserverei da ogni male , da ogni ferita, delusione se potessi. Te sola. Fa niente se non sarebbe giusto.Me ne frego della grammatica.

Abbine cura – “By My Side”

Il demone si è seduto vicino a me stanotte.
Ha detto di essere di me la parte più pura
Ed eravamo davvero il più bello degli angeli

Abbiamo disegnato rigagnoli di miele su un tavolo di carta e scritto tutti i libri che mancavano.
Le pareti erano labbra perfette come di donna

Il demone ha detto
“non svelare mai”
“proteggi”

“preserva la tua schiena
“usa le gambe, le cosce e non maledire la fatica”

Poi mi ha detto “conserva la parte peggiore di te”.

Mai avuto bisogno della chimica per viaggiare.

Chiu Pilu Pè Tutti (€ 50)

Ieri con candore (faRso come i soldi del monopoli) B.B. dice:
“sai ho lavato il tappetino di camera mia, in lavatrice…ci sarà un pò di pelo.”

Pelo?
PELO!
Pelo verde . Ciuffi di pelo.
Ovunque.
Tranne sul tappeto che ora sembra affetto da una grave forma di alopecia.
Pelo nel cestello. Risciaccqui inutili e pieni di Pelo.
Naturalmente in ogni oggetto di moderna concezione, le parti essenziali, come ad esempio IL FILTRO DELLA LAVATRICE sono collocate nei posti più scomodi e meno accessibili, ma con le pinze un cencio e pazienza, metalmeccaniche in ginocchio a 90°, io e Giusi siamo riuscite a togliere il tappo.

E nel filtro :Pelo, pelo, ancora pelo…E pezzi di una banconota da 50euri.
Sciolta, irrimediabile, incompleta.
E l’unica cialtrona in casa che può mettere 50€ in lavatrice sono IO.

B.B , non potevi andare per negozi, che ci sono i saldi? Almeno io non avrei aperto il filtro, tu avresti speso 50€ in Perizomi&Borse e io sarei rimasta ignara dei 50 sciolti nel detersivo e nel Napisan!!

Che roba brutta. Di questi tempi poi.
Quel tappeto che all’ikea costa €12,50, lì agonizzante sullo stendino vendesi alla modica cifra di 5o€. Qualcuno lo vuole?

Senza contare che Aisha lo adorava.

Reparto Detersivi

-Sentirsi tristi. Ma anche allegri. Una strana convivenza di umori. Speriamo che siano lo scoppiettio interiore che mette in moto una decisione eun cambiamento.

-Fare uno studio più approfondito de “L’uomo col Borsello” questo remake targato 2000, con un impronta decisamente più modaiola dei suoi avi. Interessante. Spero di non trovarmi mai un compagno col Borsello però. Mi fa un pò senso.

-La domenica pomeriggio si organizzano tornei di racchette nel ns salotto . E guarda se dovevo scoprire che sono MANCINA. Per anni vai in giro, sbandierando quasi con orgoglio (di vizi, fare virtù, imbranataggine, elevare alla massima potenza) la tua inabilità in certi giochi. E dici: “aspetta, provo con la sx” ed è stato come da giovane miope, la prima volta che metti gli occhiali e il “contorno” delle cose, degli oggetti, finalmente esiste anche per te.

– Vacanze a Lisbona? Ah, non l’ho proposto io…però si sà. Il mio cuore ci batte quasi più volentieri sul Tejo e sotto il cielo di quel Blù inverosimile che aleggia sul Portogallo. Giuda aggiornata di Lisbona comprare?

-Stomaco in paranoia. E una testa , una faccia, un corpo da sbiadire e riportare al primo stadio, quello della disappartenenza. Temo non basti un buon anticalcare. Ma il tempo e la distanza diradano i pensieri confusi e contorti e fanno miracoli. Spero.

Contenitori

Quanto è profondo il recipiente, che stipa e stipa senza fine, che si allarga a misura del suo contenuto?
Io non lo sò. Magari dentro si crea e si ditrugge chimicamente, un piccolo inceneritore.
E le scorie?

Sono le lacrime, i malumori. Io.

Poi c’è il fattore anno di nascita. Gli anni 70.
Generazione che la piccola leva calcistica fa la differenza.
Oggi nessuno mai si sognerebbe di scrivere

“Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore
Un giocatore lo vedi dal coraggi, dall’altruismo, dalla fantasia…”
E’ anacronistico.
La riascoltavo ed ho pensato:
ecco cosa ci ha fregato
ecco lo stacco
la differenza
 la disillusione.
E a noi sembrava credibile
Chissà quante volte le abbiamo cantate come una verità assoluta questa cosa.
Fregati da un cantastorie.

Pronto?!? Max Smart Agente 86

Intercettazioni? Grosso problema nazionale. Di primaria importanza. Che si facciano le leggi. Che si provveda !!
MA INTERCETTATECI, INTERCETTATECI TUTTI (sai che noia)…che ce ne frega a noi ?

Tu. Si, tu, che c’ hai qualcosa da nascondere tu ? No ?
E tu ?
Io no.
Privacy? Quale privacy?
E poi dai, non venirmi a dire che non hai mai messo la stagnola nel Motorola,
che in tempi non sospetti non hai intercettato…anche tu . Altro che reality!
Dai, che abbiamo sentito in notturna delle cronache di poveri amanti da far impallidire il GF.
Tutto per dire…ma con i problemi che abbiamo in questo paese,
che ci toccherà (sai che punizione) emigrare alle canarie per vivere una vita dignitosa,
ma ci importa ‘na sega a noi delle INTERCETTAZIONI?

Fosse per me ci dovrebbero schedare tutti da piccoli, improntina, DNA e via, viaggiare.
Passi lunghi e ben distesi.
E se fai danni, ti trovo.
Io andrei ,volontaria, tieni , dammi il tampone, impronta, goccetta di sangue e ciao.
Se non c’ho nulla da nascondere, non faccio tanto polverone.
Il tuo diritto alla privacy finisce appena ledi quello altrui. in qualsiasi modo :
rubi o usufruisci ingiustamente di privilegi.
Tutti schedati.

Poi, detto tra noi, gli evasori “per esempio”
( O I CORROTTI, I CORRUTTORI ECC ECC ECC),
mica parlano, che sò, del NERO al telefono, mica sò gulli. O NO???

E non me ne frega nemmeno dell’ ICI. Perchè PRIMA di pensare ai problemi di chi c’ha una casa , pensiamo a quelli di chi non ce l’ha. E non troviamo facili risposte che nn ce l’ha perchè sia un cialtrone.

Intercettiamoli, intercettiamoli tutti !!!!

La bici


E’ sempre stata un oggetto un pò cult per me. Che da bambini è un pò il primo mezzo di libertà, esplorazione, indipendenza.

Che nessuno mi regali una bici. Me la scelgo da me. Da piccola me ne hanno regalata una che se pedalavi all’indietro non andava a vuoto ma andava all’indietro e se smettevi di pedalare , mentre andavi , a meno che non togliessi i piedi dai pedali, si fermava. Un incubo, un incubo verde pastello. E che delusione.

Se abiti in un paesino ma anche in una città come la mia, la bici accorcia le distanze e fa circumnavigare zone mai pensate, campi, argini, stradine inarrivabili, quelle che non vedresti mai.

Così, ricomprata , dopo un pò di anni che non la usavo, ci vado a lavoro.
Mezz’ora ci mettevo in macchina, mezz’ora ci metto in bici.

E risenti gli odori, quello del fornaio e del caffè davanti ai bar. Poi, gli scappamenti e il calore dell’autobus e i camion della nettezza. Ma li lasci lì, nel trafico, tra i semafori.
E scopro nuove strade. Macchie di verde e di fiume che non avevo mai visto , nè pensato, così “intorno a me” . E si distrae giusto  il tempo di strabiliarmi, di meravigliarmi, la voglia di fuga.

Riesco anche a reinnamorarmi di Firenze, certi giorni.