In ordine sparso
ho freddo, mi frizza lo sguardo, il raffreddore a giorni più a giorni meno, la notte rompe, ma non se ne và.
Ho la testa intontita
Intontita bene, intontita male. Sono stordita. Sono rimasta a lavoro. probabilmente fa più freddo quì che fuori, ma non mi va di scendere da questo panchetto. Rinnegherò quanto detto da quì a pochi minuti quando il cappuccino caldo prenderà una forma più consistente nei miei pensieri e io e il cane andremo al bar, lei avrà il suo biscottino, io del calore giù per la gola.
Non vedo l’ora di tornare sotto il mio piumone.
Sono serena, irrequieta, sto bene ma mi sento quasi la febbre, non ho fame ma vorrei la minestrina.
Non sono il gelato all’equatore, si sbaglia, ma la dolcezza contagia, anche se giusto una manciata di minuti, si attacca addosso allora la devi espellere no? Poi torno l’ignorante che sono…
Tutt’intorno c’è di tutto, quel cha va in fiera parte in ordine e torna come investito da un ciclone. Nessuno ha riattaccato la macchina del caffè. Lo farei io, se riuscissi a trovarla.
Lancerò un razzo in aria. Qualcuno verrà a salvarmi(ma anche no).
La twingo sta sempre là, appena sventrata.
Ho freddo.
Provato, alla fine, a lanciare il razzo segnalatore? 🙂
Magari arriva la nave rompighiaccio e ti salva. Sul cappuccino suggerisco cacao in polvere (tipo quello che il barista deposita sul marocchino). Brr.
12 novembre 2007 alle 23:46